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WALT DISNEY - “È quasi divertente fare l’impossibile”



Il più famoso topolino di tutti i tempi non è nato tanto facilmente, come invece alcuni di noi potrebbero pensare. Sicuramente è stato il frutto di un pensiero creativo, ma non per questo immediato. Quel simpatico e divertente Micky Mouse è il risultato di molti, credetemi, molti tentativi non andati a buon fine. Non sto parlando semplicemente di un disegno, ma del simbolo che rappresenta. E del suo creatore: Walter Elias Disney, Walt per i suoi collaboratori. Probabilmente sapete che venne rifiutato come fumettista dal giornale Kansas City Star, perché considerato senza fantasia. Quello che molti non sanno è che anche i suoi successivi lavori furono spesso accomunati dall’insuccesso: venditore di giornali e dolciumi sui treni per poter guadagnare qualche soldo, impiegato in un’agenzia pubblicitaria dopo essersi candidato per poter lavorare con Charlie Chaplin ma essere stato scartato, co-fondatore di una società finita presto in difficoltà economiche, produttore di cortometraggi per uno studio che solo un anno dopo dichiarò il fallimento, produttore per la Universal, che gli ha successivamente negato l’appartenenza dei suoi stessi personaggi. Alti e bassi, successi e fallimenti, continue difficoltà economiche e una forte depressione. Sembra la storia di una persona tra tante; eppure stiamo parlando di Walt Disney. Ed è proprio così che funziona: di ogni uomo o donna che ha compiuto grandi gesta, che ha fatto straordinarie scoperte o raggiunto incredibili risultati, raccontiamo spesso la sua vita ripercorrendo fatti e avvenimenti, dimenticando le sue sconfitte più dure. E come per magia, quella persona diventa un eroe, un esempio per tutti. Dov’è che viene narrato delle sue difficoltà economiche, delle sue sconfitte, della sua depressione? Da nessuna parte, perché non sono importanti: Lui ci è riuscito; Lui ha avuto successo; Lui ce l’ha fatta. È uno dei Grandi! Così le difficoltà vere, quelle che viviamo anche noi tutti i giorni, passano in secondo piano. La nostra mente, soprattutto con il passare del tempo, attribuisce a un determinato personaggio un’etichetta precisa, che possa riassumere in poche parole tutto il percorso fatto per arrivare a quel grande successo. D’altronde, è più facile ricordarsi un singolo evento straordinario piuttosto che l’intera storia di una persona. Bolt? Velocista dal record mondiale, Steve Jobs? Garage-Apple-iPhone, Walt Disney? Cartoni animati. Poi ci siamo noi, in questo delicato momento storico del quale ricorderemo tutti un nome; anche se questa volta non si tratta di un eroe, quanto più di un antagonista, del “cattivo”. Ricorderemo quel nome, certamente, ma non solo quello: sarebbe troppo poco per riassumere tutto ciò che stiamo provando e vivendo così intensamente. E in quel momento, rammentiamoci di Walt Disney e di come anche un Grande come lui ha vissuto delle profonde difficoltà; di come anche lui ha temuto per la sicurezza dei propri cari quando tutto andava male; di come anche lui ha sentito lo sconforto dei tanti fallimenti; di come anche lui avrà pensato almeno una volta di mollare tutto. Un Grande, sì, un grande uomo, forse anche lui pieno di paure, ma che ha deciso di non perdersi d’animo nonostante le mille cadute, e ritrovare in qualche parte della propria anima la forza di rialzarsi per continuare a sognare. Forse dobbiamo tutti qualcosa a Walt Disney: non solo per averci donato gli amici più importanti della nostra infanzia, ma soprattutto per averci dimostrato che la perseveranza non significa essere senza paure, ma avere il coraggio di affrontarle e andare avanti per raggiungere i nostri sogni. Non permettiamo allora alle difficoltà o al fallimento di impacchettare e traslocare i nostri principi e i nostri desideri; perché, come direbbe Walt – mi piace chiamarlo così – se puoi sognarlo, puoi farlo.


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